Guida all’indennità di vitto e alloggio per gli assistenti familiari.
Avete assunto una badante convivente? Se la risposta è si il concetto di indennità di vitto e alloggio non vi è nuovo, ma siete sicuri di sapere come funziona?
L’indennità di vitto e alloggio desta sempre molti dubbi nelle famiglie datori di lavoro domestico che si trovano a dover gestire quotidianamente il contratto con la badante.
Quando si versa l’indennità di vitto e alloggio?
La famiglia che assume una badante convivente è tenuta a pagare l’indennità di vitto e alloggio solo quando il lavoratore domestico non può usufruirne gratuitamente, quindi in caso di ferie, malattia e permessi retribuiti.
Quanto si versa per l’indennità di vitto e alloggio?
Per il pagamento di questa indennità al lavoratore domestico è prevista una cifra convenzionale che il datore di lavoro inserisce direttamente in busta paga a fine mese, in sostituzione dei pasti che solitamente spettano al dipendente.
I valori convenzionali del vitto e dell’alloggio sono fissati nella tabella F e sono rivalutati annualmente ai sensi dell’ articolo 37. Per l’anno 2018 l’importo giornaliero per l’indennità di vitto e alloggio è stimato in 5,53 €.
Cosa dice il CCNL su Vitto e alloggio?
Secondo l’Art. 35 “Vitto e alloggio” del Contratto Collettivo Nazionale sulla disciplina del lavoro domestico, “il vitto dovuto al lavoratore domestico deve assicurargli un’alimentazione sana e sufficiente; l’ambiente di lavoro non deve essere nocivo all’integrità fisica e morale dello stesso”. Inoltre, “il datore di lavoro deve fornire al lavoratore convivente un alloggio idoneo a salvaguardarne la dignità e la riservatezza.
Il Contratto fornisce una linea guida precisa al datore di lavoro, è compito della famiglia far si che il lavoratore abbia i suoi spazi in casa e si alimenti a sufficienza per poter far fronte al meglio alle ai compiti di assistenza richiesti da contratto.