Documenti per Colf e Badanti extra UE.
Spesso le famiglie mi chiedono qual è la procedura per assumere lavoratori domestici extracomunitari. Nel nostro Paese la percentuale di extracomunitari occupati come lavoratori domestici (oltre 500 mila unità) è più alta rispetto alla quota di comunitari (circa 180 mila unità). Molte colf e badanti arrivano dall’Asia (14,8%) ma ci sono anche persone che arrivano dall’Africa e dall’America (dati INPS).
Prima di assumere un lavoratore domestico di nazionalità straniera, va accertato se il lavoratore provenga da Stati membri dell’Unione europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) o se provenga da Paesi extracomunitari.
Nel primo caso, la persona da assumere segue la stessa procedura del lavoratore italiano; nel secondo caso, invece, è necessario che il lavoratore sia in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Questo documento abilita la persona all’esercizio di attività lavorativa subordinata nel nostro Paese. Se lo straniero extracomunitario risiede ancora nel Paese di origine, è indispensabile seguire una specifica procedura per permettere il legittimo ingresso del lavoratore in Italia. La famiglia datore di lavoro domestico, infatti, deve presentare allo Sportello unico per l’immigrazione la richiesta nominativa di assunzione corredata del contratto di soggiorno (il c.d. Modulo Q) e di adeguata documentazione che attesti modalità e caratteristiche dell’alloggio fornito allo straniero.
L’accesso in Italia secondo questa procedura è vincolato alle quote di ingresso riservate ai lavoratori domestici, stabilite annualmente da apposito decreto ministeriale (Decreto Flussi).