Il contributo dei lavoratori domestici ai paesi d’origine è di 1,4 miliardi di Euro
Calo demografico, “orfani bianchi”, problemi sociali. Ma anche nuovi investimenti, risparmi e contributo al paese d’origine. Sono solo alcune delle conseguenze della presenza di lavoratori domestici stranieri in Italia, analizzate dall’11° Dossier DOMINA “L’impatto socio-economico del lavoro domestico nei Paesi d’origine”, presentato ieri a Roma.
I lavoratori domestici in Italia si concentrano principalmente in Lombardia e Lazio (insieme rappresentano quasi il 40% del totale). Rispetto alla popolazione residente, invece, l’incidenza maggiore è nel Centro Italia: Lazio (28 domestici ogni 1000 abitanti), Sardegna (26,9‰), Umbria (19,7‰). Mediamente, in Italia i lavoratori domestici sono 14,8 ogni 1000 abitanti.
Su poco meno di 900 mila lavoratori domestici in Italia (Fonte: INPS, proiezioni 2019), il 78% è straniero. Un quinto del totale viene da paesi Ue (soprattutto Romania), mentre quasi 6 su 10 sono extra-comunitari. Ad essi vanno aggiunti i lavoratori non in regola, raggiungendo quota 2 milioni.
L’undicesimo dossier del Progetto di Ricerca DOMINA estende il lavoro di analisi oltre i confini nazionali. L’obiettivo era esaminare gli effetti prodotti dal settore del lavoro domestico nel Paese di provenienza dei lavoratori, il punto di vista delle Istituzioni sul fenomeno migratorio, i risvolti sociali del distacco dagli affetti, l’influenza sull’economia delle rimesse dei lavoratori, etc.
Il Convegno DOMINA è stato aperto con i saluti di Virginia Raggi e la preoccupazione del sindaco di Roma per la forte irregolarità che caratterizza il settore e per le conseguenze sociali rilevate dallo studio dell’Associazione DOMINA. Il lavoro domestico come sappiamo è caratterizzato da una forte presenza di lavoratrici (ben 88,4%) straniere. L’esodo di queste donne, generalmente dall’Est Europa, determina situazioni di difficoltà: gli “orfani bianchi”(i figli lasciati nel paese di origine), ad esempio, secondo dati Unicef sarebbero 350 mila solo in Romania e 100 mila in Moldavia. Altre conseguenze negative notate tra i lavoratori nel settore sono il fenomeno del “burnout” e la “sindrome Italia”. Si tratta di forme depressive che colpiscono soprattutto donne sole che lavorano in Italia.
Domingo P. Nolasco, Ambasciatore delle Filippine presente al Convegno ha confermato la presenza di questa sofferenza psicologica tra i lavoratori domestici filippini dovuta al lavoro di cura. L’ambasciatore si è detto pronto alla collaborazione con le Istituzioni italiane e le associazioni di categoria su due fronti: fare rete per aiutare i lavoratori e per attivare iniziative di sensibilizzazione sul tema dell’irregolarità contrattuale. Su questo aspetto DOMINA sta lavorando anche insieme all’Ilo e all’IDWF. Il Convegno è stato infatti l’occasione per lanciare una campagna sul fair recruitment che sarà diffusa a livello internazionale per contrastare le proposte di lavoro irregolari provenienti da agenzie di intermediazione presenti in Italia.
Oltre ai risvolti psicologici sono molto importanti anche quelli economici. Le rimesse, infatti, rappresentano una fonte rilevante di entrata per i Paesi d’origine. In Moldavia, ad esempio, rappresentano il 21% del PIL. In Ucraina rappresentano il 12% del PIL e le Filippine l’8,6% circa. In particolare, possiamo stimare che i lavoratori domestici in Italia abbiano inviato in patria 1,4 miliardi di euro nel 2018, circa 2 mila euro pro-capite.
Vorrei ringraziare tutti i relatori intervenuti ieri al Convegno per i loro preziosi contributi: Chiara Tronchin Ricercatrice Fondazione Leone Moressa, Gianni Rosas Direttore Ufficio ILO per l’Italia e San Marino, Wendy Paula Galarza International Domestic Workers Federation, Mariagrazia Vergari Professoressa in psicologia dello sviluppo presso l’Università Pontificia “Auxilium” Roma, Silvia Dumidrache Presidente A.D.R.I. – Associazione Donne Romene in Italia.
Inoltre vorrei ringraziare Domingo P. Nolasco – Ambasciatore delle Filippine, Saúl Andrés Pacurucu – Console Ecuador, Alvaro Martínez Boluarte – Console del Perù. Molto importanti anche i contributi di Roberto Messina Presidente di Senior Italia Federanziani, Tatiana Nogailic Presidente di Assomoldave e Mirela Videa Consegliere per il lavoro Ambasciata della Romania.