La crisi delle famiglie rallenta l’emersione del lavoro domestico nella sanatoria.
La sanatoria è stata voluta dal Governo italiano come misura di contrasto al lavoro sommerso per cittadini italiani e stranieri. La regolarizzazione, attiva dal primo luglio 2020, è disciplinata nel decreto rilancio e nel decreto interministeriale del 29 maggio. La sanatoria riguarda tre settori lavorativi:
- agricoltura;
- assistenza alla persona;
- lavoro domestico.
Fin dall’apertura della procedura il lavoro domestico è sempre stato in testa per il numero di domande inviate. Tuttavia i numeri, rispetto al panorama potenziale sono deludenti. Le richieste sono basse rispetto all’informalità stimata nel settore (58,3%). Nonostante un panorama potenziale di 250mila lavoratori, infatti, la sanatoria ne ha coinvolti solo 97.968, meno della metà, a denunciarlo è stato Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico. Ulteriore fattore di preoccupazione è anche il rallentamento delle domande di regolarizzazione.
I dati analizzati dall’Osservatorio DOMINA, indicano una diminuzione delle richieste: nelle prime due settimane di luglio ne sono arrivate 36.557, il volume è calato di circa 3.000 rispetto alle ultime due settimane di giugno, quando era stato registrato un incremento di 39.716 richieste. Tenendo conto anche delle domande in lavorazione, il calo totale è di ben 5.000 richieste. La crisi di liquidità delle famiglie e l’incognita dei costi della regolarizzazione INPS si stanno facendo sentire, con il calo del PIL stimato dall’Istat all’8% per il 2020 si prospetta un’ulteriore riduzione dei contratti regolari che già nel 2019 sono scesi dell’1,8% rispetto al 2018.
La mancata regolarizzazione di colf e badanti trova riscontro nei dati INPS che fotografano solo parzialmente la situazione del settore nel nostro Paese. La diminuzione dei lavoratori domestici (-15.733 unità) non corrisponde a quanto monitorato nel mercato del lavoro e dagli addetti del settore. La richiesta di lavoratori (colf, badanti, baby-sitter,etc.) e informazioni per le assunzioni è molto alta su tutto il territorio italiano.
Servono misure urgenti per spingere le famiglie a dichiarare i rapporto di lavoro domestico. Il primo passo per arginare il fenomeno del lavoro sommerso, è adottare politiche che alleggeriscano il carico fiscale, riducendo il gap tra il costo di un lavoratore regolare e quello di uno irregolare.
Per approfondimenti consiglio la lettura del commento ai dati della sanatoria dell’Osservatorio DOMINA.