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MATERNITÀ E LAVORO DOMESTICO

maternità e lavoro domestico

MATERNITÀ E LAVORO DOMESTICO

Sentenza n. 62/2021 pubbl. il 28/01/2021 RG n. 1309/2019 

Maternità e lavoro sono due aspetti della vita delle donne che spesso entrano in conflitto. La recente sentenza n. 62/2021 pubbl. il 28/01/2021 RG n. 1309/2019 del Tribunale Ordinario di Bergamo, riguardante una lavoratrice domestica licenziata durante la gravidanza, mette in luce la necessità di garantire una maggiore tutela alle donne che diventano madri e lavorano.  

La maternità è una fase fondamentale della vita delle donne, ma può anche essere una delle più difficili da conciliare con il lavoro. Le donne che diventano madri spesso si trovano a dover fare i conti con il pregiudizio che le vede come meno produttive e meno capaci di dedicarsi al lavoro a causa della cura dei figli. Ciò può portare a licenziamenti, discriminazioni e una scarsa considerazione delle loro capacità. La sentenza che ha visto protagonista la lavoratrice domestica, licenziata durante la gravidanza, mette in evidenza ancora una volta la necessità di una maggiore tutela dei diritti delle donne in queste situazioni. 

Sebbene la maternità sia un evento biologico che coinvolge solo le donne, la sua gestione dovrebbe essere una responsabilità condivisa tra genitori e datori di lavoro. Tuttavia, spesso le donne si trovano a dover affrontare la maggior parte delle responsabilità legate alla cura dei figli, il che può limitare le loro opportunità di carriera e la loro capacità di mantenere un lavoro. Inoltre, molte donne sono costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia a causa della mancanza di politiche di conciliazione tra vita professionale e familiare. Ad esempio, la mancanza di asili nido e di orari di lavoro flessibili può impedire alle donne di mantenere il proprio lavoro e, allo stesso tempo, dedicarsi alla cura dei propri figli. 

In sostanza, le donne che diventano madri spesso si trovano a dover fare i conti con la discriminazione sul lavoro. Per garantire una maggiore tutela ai diritti delle donne in gravidanza e delle madri lavoratrici, è necessario adottare politiche di conciliazione tra vita professionale e familiare che favoriscano una maggiore flessibilità degli orari di lavoro e l’accesso a servizi di assistenza all’infanzia. 

MATERNITÀ E LAVORO DOMESTICO: L’OGGETTO DELLA SENTENZA 

La lavoratrice domestica ha presentato un ricorso al Tribunale chiedendo di accertare l’invalidità e l’illegittimità del licenziamento e di disporre la prosecuzione del rapporto di lavoro domestico fino alla ripresa in servizio o fino al termine del periodo di astensione obbligatoria per maternità. Inoltre, ha chiesto un risarcimento del danno patito commisurato alla retribuzione globale di fatto e la corresponsione di differenze retributive. Il tribunale ha accettato solo in parte la richiesta della lavoratrice. 

La sentenza ha stabilito che la lavoratrice domestica era incinta al momento del licenziamento, come comprovato dal certificato medico, ma ha anche precisato che l’art. 54 del d.lgs. n. 151/200, che tutela la maternità delle lavoratrici, non si applica al lavoro domestico. La Corte di Cassazione aveva inizialmente ritenuto che la tutela della maternità si applicasse anche al lavoro domestico, ma successivamente ha cambiato orientamento e ha escluso tale tutela. Il tribunale, pur non riscontrando una giusta causa come esplicitato ai sensi dell’art.25 del CCNL di categoria, ha poi stabilito che la lavoratrice aveva svolto mansioni di collaboratrice familiare convivente, pur avendo un contratto part-time per 25 ore settimanali. La sentenza ha quindi condannato il datore di lavoro ad alcune differenze retributive, ma non alla reintegrazione nel posto di lavoro. 

Questa sentenza mette in luce le difficoltà che le donne affrontano nel conciliare la maternità e il lavoro, soprattutto quando si tratta di lavori domestici non regolamentati. Le lavoratrici che svolgono lavori domestici hanno spesso contratti a tempo parziale e retribuzioni basse, il che rende difficile per loro affrontare i costi della cura dei figli e spesso le obbliga a lavorare anche durante il periodo di astensione obbligatoria per maternità. Inoltre, le leggi che tutelano la maternità delle lavoratrici non si applicano a questo tipo di lavoro. 

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