20 Apr '23
DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2023 PER DATORI E LAVORATORI DOMESTICI
Tutti gli anni, attraverso la dichiarazione dei redditi, i contribuenti devono comunicare al fisco i redditi percepiti durante l’anno precedente, in modo da determinare le tasse da pagare. In questo articolo, affronteremo il tema della dichiarazione dei redditi 2023 per i lavoratori domestici, come colf, badanti o baby-sitter, e su quando essi siano tenuti ad effettuare tale adempimento.
DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA E DICHIARAZIONE DEI REDDITI: COSA SAPERE
Prima di affrontare il tema della dichiarazione dei redditi, è importante introdurre quello relativo la Certificazione Unica: questo documento, infatti, è essenziale per i compensi dei lavoratori domestici come colf e badanti. La CU 2023 sarà relativa all’anno d’imposta 2022, ed è fondamentale in quanto costituisce uno dei requisiti necessari per la presentazione della Dichiarazione dei redditi 2023.
Da questo documento, infatti, si può desumere il reddito derivato dal lavoro da dichiarare e le relative ritenute IRPEF subite. Successivamente, sarà possibile applicare le spese detraibili e deducibili. Tuttavia, esiste una categoria di lavoratori, quelli domestici appunto, i quali non sono obbligati a inviare alla Agenzia delle Entrate la Certificazione Unica. Nonostante ciò, anche le colf e le badanti che percepiscono redditi in Italia, sono tenute a presentare la propria dichiarazione dei redditi, attraverso il rilascio da parte del datore di lavoro domestico della Dichiarazione sostitutiva, documento che di fatto funziona come la sopracitata Certificazione unica. Questo perché il datore di lavoro domestico non è un sostituto d’imposta, ma nella dichiarazione sostitutiva dovrà certificare i compensi pagati nell’anno di imposta di riferimento.
Il datore di lavoro domestico dovrà indicare nel documento di Dichiarazione sostitutiva i dati anagrafici suoi e del lavoratore, il numero di giorni lavorati nell’anno di riferimento, comprese le festività, i riposi settimanali e gli altri giorni non lavorativi, la retribuzione lorda (comprensiva di tredicesima e contributi previdenziali e assistenziali), i contributi, la retribuzione netta corrisposta e il Tfr. Scarica qui il fac simile del documento.
DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2023 PER COLF E BADANTI: COME FUNZIONA?
I lavoratori domestici che sono stati assunti in modo regolare e che hanno ricevuto un reddito lordo superiore a 8176,00 euro sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi per il 2023. Hanno la possibilità di scegliere tra due modelli: il modello 730/2023 (senza sostituto d’imposta) che scade il 2 ottobre dell’anno corrente, oppure il modello redditi persone fisiche 2023 che ha scadenza il 30 novembre dell’anno corrente.
DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2023 PER COLF E BADANTI: EX BONUS RENZI
Per ricevere il Bonus Renzi (Trattamento Integrativo) di 1.200 euro, i lavoratori domestici non dotati di sostituto d’imposta e che soddisfano determinati requisiti reddituali, devono compilare la dichiarazione dei redditi. Tale bonus può essere richiesto nel caso in cui il reddito complessivo per il 2022 non superi i 15.000 euro o i 28.000 euro, qualora si verifichi una specifica situazione di incapienza dell’imposta lorda rispetto alle detrazioni d’imposta.
I CONTRIBUTI PER COLF E BADANTI SI POSSONO SCARICARE?
I datori di lavoro che impiegano servitori domestici come colf, autisti, giardinieri, o i lavoratori che forniscono assistenza personale o familiare come baby-sitter, badanti, assistenti delle persone anziane, versano contributi previdenziali ed assistenziali. Tali contributi sono deducibili (ma non detraibili) nella dichiarazione dei redditi, al netto della quota a carico del collaboratore domestico.
Ma prima di illustrare i criteri per la deducibilità, spieghiamo in cosa differiscono un costo deducibile e uno detraibile all’interno della dichiarazione dei redditi o 730:
- Deducibili sono le spese che sono sottratte dal reddito lordo, prima che venga effettuato il calcolo delle tasse;
- Detraibili, invece, sono quelle spese che si sottraggono dell’imposta da versare che, a sua volta, viene calcolata sul reddito imponibile e che di solito non si detrae al 100%, ma al 19%, nelle principali tipologie.
Quindi, se il contribuente ha sostenuto spese che possono essere sia deducibili che detraibili, saranno prima sottratte le deducibili e successivamente una percentuale di quelle detraibili, sull’imposta lorda.
Nello specifico ambito del lavoro domestico, si possono dedurre le somme relative alla parte in carico al datore di lavoro domestico, che ammontino ad un massimo di €1.549,37 annui e che siano state versate nell’anno precedente.
Per procedere alla deducibilità è fondamentale possedere le ricevute di pagamento – dotate della sezione informativa sul rapporto di lavoro domestico, intestate all’INPS e con pagamento effettuato tramite Conto corrente postale e/o MAV, così come disciplinato dalla circolare n.7/E del 27 aprile 2018 dell’Agenzia delle Entrate. Riguardo alla dichiarazione dei redditi, i contributi versati dal datore di lavoro domestico dovranno essere indicati nel rigo E23 del modulo.
Alcune spese non posso essere indicate, ovvero, quelle sostenute nel 2020 che nel medesimo anno siano state rimborsate dal datore di lavoro domestico come sostituzione delle retribuzioni premiali e che sono indicate nell’apposita sezione “Rimborsi di bene e servizi non soggetti a tassazione – art. 51 Tuir” (punti da 701 a 706) della Certificazione Unica con il codice onere 3 Rigo E24”.
Inoltre, è fondamentale specificare che l’unico soggetto autorizzato alla deduzione dei contributi previdenziali e assistenziali è il datore di lavoro domestico, anche se questi effettui i pagamenti attraverso Conti corrente non intestati a lui.
DETRAZIONE SPESE SU RETRIBUZIONE DI COLF E BADANTI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI
Il datore di lavoro domestico può detrarre il 19% delle spese dall’imposta lorda, per un importo massimo di €2.100,00, solo nel caso di operatori che assistono persone non autosufficienti; la detrazione è consentita al soggetto assistito o ai familiari che sostengono le spese relative all’assistenza.
Per usufruire di suddetta detrazione è necessario che il reddito complessivo sia inferiore all’importo di €40.000,00, inoltre, la deduzione può essere sommata alla detrazione, e viceversa. Infine, è fondamentale essere in possesso della documentazione medica che attesti l’effettiva condizione di non autosufficienza, che deve essere esibita all’amministrazione finanziaria se richiesta – e delle ricevute relative alle retribuzioni erogate, complete di firma dell’assistente familiare.
Scarica qui il modello per la Certificazione Unica della gestione del rapporto di lavoro domestico, clicca qui e scarica il facsimile per gli oneri deducibili.
23 Feb '23
CERTIFICAZIONE UNICA PER LAVORATORI DOMESTICI: COSA DEVI SAPERE
Obblighi del datore di lavoro entro fine anno e come trattare festività, ferie e TFR anticipato
La Certificazione Unica (CU) – precedentemente nota come CUD (Certificazione Unica del Lavoro Dipendente) – è un documento fiscale che attesta i redditi percepiti da un contribuente nell’anno precedente. L’articolo 34 comma 6 del contratto sulla disciplina del lavoro domestico prevede l’obbligo per i datori di lavoro domestico di fornire ai propri dipendenti e collaboratori la Certificazione Unica relativa ai compensi corrisposti nell’anno solare precedente. Questa disposizione riguarda tutti i redditi che rientrano nel regime fiscale dei lavoratori dipendenti e assimilati, tra cui i lavoratori domestici. La CU deve contenere anche le trattenute fiscali e previdenziali effettuate dal datore di lavoro e deve essere consegnata entro il 31 marzo di ogni anno. In caso di mancata consegna, il lavoratore ha il diritto di richiederla e il datore di lavoro ha l’obbligo di fornirla entro 15 giorni dalla richiesta.
Anche per i lavoratori domestici, il datore di lavoro ha l’obbligo di rilasciare la CU almeno 30 giorni prima della data in cui il lavoratore deve presentare la dichiarazione dei redditi o entro la data di cessazione del rapporto di lavoro. In caso contrario, il lavoratore domestico può segnalare il ritardo alle autorità fiscali competenti e richiedere il rilascio della CU entro un termine stabilito dalla legge.
Ogni datore di lavoro domestico è bene che consideri alcuni adempimenti relativi al rapporto di lavoro domestico, al fine di garantirne una corretta gestione. In particolare, è obbligatorio per il datore di lavoro domestico – anche se non agisce come sostituto di imposta e non è tenuto a operare alcuna ritenuta sulla retribuzione – fornire al lavoratore una dichiarazione contenente le somme lorde pagate e l’ammontare della contribuzione eventualmente trattenuta in ciascun periodo di paga, ai fini fiscali. Questa certificazione sostituisce completamente la certificazione unica (CU) rilasciata dal datore di lavoro sostituto di imposta alla maggior parte dei lavoratori. È opportuno che il datore di lavoro trattenga una copia della dichiarazione firmata per ricevuta dal lavoratore al momento della consegna. Inoltre, in merito alla gestione della retribuzione del mese di dicembre, è necessario considerare le festività e i giorni di ferie. Infine, se il lavoratore o la lavoratrice richiedono un anticipo sui TFR, è possibile erogarlo, ma è consigliabile stipulare un accordo scritto tra le parti per evitare future controversie.
Gestione delle festività – art. 16 Ccnl
La gestione delle festività è disciplinata dall’articolo 16 del Ccnl del Lavoro domestico. Per i lavoratori conviventi e non conviventi, il dipendente ha diritto al riposo e al pagamento della retribuzione normale. Anche se la colf lavora solo alcuni giorni alla settimana, come martedì e venerdì, e la festività cade in un giorno non lavorativo, la normativa prevede che al dipendente venga sempre corrisposto 1/26 della retribuzione globale mensile effettiva. Se la collaboratrice lavora nel giorno festivo, è dovuta oltre alla normale paga giornaliera, la corresponsione delle ore lavorate con la retribuzione globale effettiva maggiorata del 60%. Quando il giorno festivo coincide con la domenica, il lavoratore domestico ha diritto al recupero del riposo da fissare in un altro giorno della settimana o, in alternativa, al pagamento di 1/26 della retribuzione globale mensile.
Gestione delle ferie – art. 17 Ccnl
Parlando del tema delle ferie, ogni lavoratore ha diritto a 26 giorni lavorativi di ferie per ogni anno di servizio presso lo stesso datore, indipendentemente dalla durata e dalla distribuzione dell’orario di lavoro. Il datore, in base alle sue esigenze e a quelle del dipendente, dovrebbe preferibilmente fissare il periodo di ferie tra giugno e settembre, ma è possibile accordarsi per altre date. Le ferie sono di norma continue e possono essere divise in massimo 2 periodi all’anno. È necessario prendere almeno 2 settimane di ferie entro l’anno di maturazione e altre 2 settimane entro i 18 mesi successivi. Tuttavia, se un lavoratore domestico non italiano ha bisogno di rimpatriare, può richiedere un periodo feriale più lungo, utilizzando le ferie accumulate in due anni. Per quanto riguarda il trattamento retributivo durante le ferie, il dipendente ha diritto a un ventiseiesimo della sua retribuzione mensile, comprensiva dell’eventuale indennità sostitutiva per vitto e alloggio, per ogni giorno di ferie.
Gestione anticipo del TFR – art. 41 Ccnl
Per quanto riguarda l’ultima domanda, se la colf chiede un anticipo sul trattamento di fine rapporto, il datore di lavoro può anticipare il 70% del TFR maturato, ma solo una volta durante il rapporto di lavoro. È importante che il lavoratore presenti la richiesta di anticipazione del TFR per iscritto e il datore di lavoro, anche se non obbligato, può rilasciare una ricevuta che indica le specifiche relative al calcolo effettuato per determinare l’importo anticipato al momento della liquidazione.
Scarica qui il Facsimile della Certificazione Unica.